Talvolta si, io credo.
È da un po’ che ci penso, ma da quando mi interesso di ottimizzazione e posizionamento sui motori di ricerca sto notando come, specie tra i blogger, vi sia una specie di gara un corso, una caccia alle keywords migliori, con tanto di rimpallo tra pagine, visibilmente cercato (ad arte, aggiungerei in molti casi).
Nel corso dei mesi questa gara, che è andata via via sempre più intensificata ed è al contempo diventata molto più sofisticata, in molti blog ha prodotto un effetto negativo, ovvero il risultato in termini di posizionamento prende il sopravvento sul contenuto, lo stesso per cui si vuole lavorare di ottimizzazione.
Per carità, è giusto e sacrosanto desiderare il piazzamento migliore per i propri articoli, specie se questo si traduce in maggior visibilità e possibilità di confronto o di discussione, ma il troppo storpia, e soprattutto fa perdere di vista il motivo per cui si scrive, è spiacevole vedere il progressivo decadimento produttivo di certi autori.
C’erano blogger che ho imparato ad apprezzare per la loro “penna istintiva”, per la spontaneità intellettuale che trasudava dai loro articoli, che si sono via via persi per strada quando hanno scoperto il vortice della gara al posizionamento, da quando gli strumenti, social network in testa, per molti sono diventati in un certo senso il fine, o parte del fine, e non il mezzo.
Per non fare il disfattista a tutti i costi, ma soprattutto per amor di cronaca, devo aggiungere che taluni si sono resi conto da soli di quello che stava succedendo, ed hanno imparato per lo meno a gestire il tempo, quello da dedicare alla SEO, e quello più importante da lasciare libero alla produttività, ai contenuti, o meglio ancora alla voglia di comunicare.
Questi blogger si sono ritirati dalla gara, e sono tornati ad essere piacevoli da leggere, e soprattutto interessanti.
Probabilmente ci hanno pure guadagnato, in termini di visitatori e commenti.