Stamattina mi sono trovato, mio malgrado, invischiato in nell’ennesima discussione da bar, sull’utilità di un sito web.
Stavo per l’appunto bevendo un caffè al bar. Poco distante, il titolare di una piccola ditta artigianale parlava con il barista, affermando la totale inutilità dei siti web. Giusto un biglietto da visita, bello o brutto che sia, giusto perché “bisogna esserci”, come per le Pagine Gialle, ed in ogni caso soldi buttati.
Bella stronzata, mi si perdoni il francesismo, non ho resistito e gliel’ho detto pari pari.
Ho estratto l’iPad e gli ho chiesto l’indirizzo del suo sito. Non se lo ricordava, allora l’ho cercato su Google, ed ho scoperto che il suo sito altro non era che una paginetta mal fatta, con immagini mancanti e informazioni ridotte a zero, su una di quelle tante directory “stile Pagine Gialle” (appunto).
Poi abbiamo provato a metterci nei panni di un possibile cliente che cerca un artigiano del suo settore in zona.
La sua misera paginetta risultava in terza pagina dei risultati di Google, e già qui si parte male.
Quindi, sempre per continuare con il simpatico giochino, abbiamo alcuni dei siti elencati, i suoi diretti concorrenti.
Alcuni belli, accattivanti e accoglienti, altri decenti, tanti decisamente osceni. La sua inutile paginetta, nel mucchio, faceva proprio cagare, e gliel’ho fatto notare. Riperdonatemi il francesismo, ma non ho trovato un’espressione migliore sul momento.
Mi scusi, gli ho detto, ma se lei dovesse scegliere un artigiano del suo settore, quale sceglierebbe?
Ma io lavoro meglio di tutti questi messi assieme, mi ha risposto.
Beh, non è una risposta, e da qui non si direbbe, gli ho detto io.
Poi si è fatto tardi, ho chiesto quanto veniva il caffè.
Il barista rideva ancora, mi ha offerto il caffè e mi ha chiesto un biglietto da visita…
3 risposte
Ciao Roberto,
oltre alla questione “utilità”, di un sito, c’è pure la questione “quanto investire” in un sito. E per questo, qui in Francia, và molto di moda il cosiddetto sito a “costo zero”, ovvero quei siti/vetrina che chiunque può farsi, utilizzando uno dei tanti servizi online che si trovano sul web.
Unico problemino è che poi, tra le clausole ben nascoste che di debbono accettare, ci sono poi costi di hosting, obbligatori per più anni (…fino a 10 anni) che possono pure superare i mille euro/anno. Naturalmente a partire dal secondo anno, essendo il primo anno tutto gratuito… Il tutto a prova di avvocato… nel senso che tutta l’operazione è assolutamente “legale”. Cosa si vuole di più di un bel sito a “costo zero”?… un hosting a mille euro/anno 🙂
Io delle cose gratuite diffido sempre… 🙂
Quel caffé, ad esempio? 😉
D